Una “Città intelligente” è una città in cui c’è un elevato livello di qualità della vita, dove gli spazi urbani ci aiutano a realizzare i nostri progetti e a muoverci in maniera più agevole, risparmiando tempo.
L’intelligenza, a cui fa riferimento la Smart City, è un’intelligenza distribuita, condivisa, orizzontale, sociale, che favorisce la partecipazione dei cittadini e l’organizzazione della città in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e dei risultati.
Ottimizzazione che riguarda le risorse energetiche, la dotazione economica degli enti, ma anche la gestione del tempo delle persone.
Grazie al web e alle tecnologie l’accesso ai servizi è più semplice ed è, così, possibile organizzare gli spazi urbani per favorire la mobilità, risparmiando tempo.
Ma la tecnologia, l’economia ed il web non bastano
“Una città smart è uno spazio urbano, ben diretto da una politica lungimirante, che affronta la sfida che la globalizzazione e la crisi economica pongono, in termini di competitività e di sviluppo sostenibile, con un’attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla creatività, alla libertà e mobilità effettivamente fruibile, alla qualità dell’ambiente naturale e culturale.” (Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FORUM PA).
Le riflessioni e le sperimentazioni sulla creatività urbana come fattore competitivo elaborate negli ultimi anni, a partire dai lavori di Florida e di Landry, hanno originato ulteriori riflessioni teorico-progettuali, mirate a fornire una maggiore dimensione territoriale e locale alla città creativa, alleggerendone il carattere retorico e incrementandone quello degli effetti concreti sulla qualità della vita.
E’ stata così avvertita la necessità di una evoluzione del concetto di “smart” individuando i fattori che permettono alla creatività urbana di diventare generatrice di nuove economie e creatrice di nuova città e non semplice attrattrice di risorse intellettuali.
Ma oggi abbiamo bisogno di un ulteriore salto evolutivo verso la “città creativa 3.0” che sia capace di continuare a produrre gli effetti moltiplicativi e rigenerativi sullo sviluppo urbano.
L’urbanista Charles Landry è uno dei maggiori esperti mondiali sull’uso della creatività e dell’immaginazione per la rinascita delle città, con lo scopo di aiutarle a scoprire le loro specifiche risorse e a raggiungere il loro potenziale, diventando così più resilienti, autostenibili e moderne.
Landry sostiene che di fronte alla drammatica situazione economica e sociale la soluzione viene proprio dalla creatività: “è necessario realizzare quelle condizioni che permettano alla persone di pensare ed agire con l’immaginazione, per far così fronte a quei problemi urbani che sembrano irrisolvibili . La Smart City è fatta soprattutto di persone, di cittadini attivi che prendono parte al processo di cambiamento e rigenerazione della città.
Questa la visione fondamentale sulla “Human Smart City” prospettata al FORUM PA 2013 da Jean Barroca, membro della giunta del Comune di Fundao e ricercatore presso Alfamicro.
Fundão, come tante altre città delle medesime caratteristiche e dimensioni, quali ad esempio Benevento, è una piccola città nel centro del Portogallo che aveva il problema di attrarre investimenti e talenti, per far fronte alla disoccupazione e per avviare un nuovo processo di sviluppo economico e sociale.
Per questo Barroca ha deciso di puntare sugli spazi e le strutture a disposizione e di mettere in piedi progetti di rigenerazione urbana fortemente community based. E’ nato, così, il progetto Living Lab, ossia la messa a rete di spazi della città che offrono alla cittadinanza nuovi servizi e opportunità. Il centro del Living Lab è Cova da Beira, un Consorzio patrocinato dal Comune di Fundão in collaborazione con le imprese, le università, le banche e le istituzioni pubbliche e private.
L’obiettivo del progetto “Fundao” è quello di creare un ecosistema “aperto”, che comprende la fornitura di aree e spazi per l’incubazione di imprese e per progetti imprenditoriali, la creazione di laboratori per la prototipazione di centri di ricerca e sviluppo dei prodotti della salute, la predisposizione di servizi che favoriscano l’internazionalizzazione dei prodotti e dell’imprenditoria locale, dell’arte e del turismo.
Secondo la prospettiva del laboratorio “Città Intelligente. Creative, Human, Smart City”, essere “smart”, dunque, alle città non basta.
Per garantire miglioramenti radicali dei servizi civici, soprattutto in termini di efficienza e sostenibilità, un ruolo fondamentale è riservato alla componente “human”, con l’adozione di approcci partecipativi e centrati sui cittadini, nella co-progettazione e nello sviluppo di servizi.
Le recenti ricerche ed esperienze nel settore “Smart city” hanno registrato, infatti, la necessità di riportare il cittadino al centro dei processi di pianificazione e progettazione di tutti quei servizi di cui sarà l’utente finale, coinvolgendolo e impegnandolo non solo nella fase di sviluppo ma anche in quella di concepimento.
La visione delle “Human Smart Cities” si fonda sull’innovazione sociale e tecnologica che pone al centro il cittadino, basandosi su metodologie quali la Progettazione Partecipata, l’Open Innovation, i Living Labs e il Design Thinking.
Tutti questi approcci pongono l’utente finale al centro dei processi d’innovazione, portando a soluzioni più adeguate, che incontrano più efficacemente i bisogni delle persone e in aggiunta, risultano di più veloce adozione. La “Human Smart City” mette, così, al centro le persone e le relazioni, coinvolgendo i cittadini alla co-progettazione dei servizi, allo sviluppo del proprio territorio e a interagire più attivamente con l’Amministrazione.